venerdì 24 febbraio 2017

Suor Cristina da The Voice al Musical

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A cura di Cecilia Zoratti e Matteo Firmi

Il mondo l’ha conosciuta grazie alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva “The Voice of Italy” nel 2014. L’abbiamo incontrata sui palchi di tutta Italia in “Sister Act” e a Melide, in Svizzera, nella produzione italo-tedesca “Titanic”. Ma Suor Cristina in realtà chi è? A Melide abbiamo avuto modo di conoscerla meglio.


Cosa è il musical per Lei?
Innanzitutto per me il musical è una forma completa di arte perché comprende canto, danza, recitazione: io penso che ogni forma di arte sia un mezzo per comunicare qualcosa di molto forte. Il musical è sempre stato una mia passione, ho fatto degli studi anche prima della chiamata del Signore perché il mio sogno era di diventare unaperformer. Le tre discipline inoltre permettono a ogni singolo artista di esprimersi al meglio.

Ultimamente l’abbiamo vista sul palcoscenico in“Sister Act” e ora in“Titanic”. Come si è trovata in queste esperienze?
Entrambe bellissime e diverse nella storia e anche nel mood perché questo (Titanic, ndr) è un po’ più serio mentre l’altro è un po’ più sprint e carica di più. Devo dire che per come sono io mi trovo meglio in “Sister Act”(ride, ndr), trovo le due esperienze straordinarie anche perché in entrambe posso avere la possibilità di continuare a lanciare il messaggio che ho mandato sin da "The Voice", cioè che ho incontrato il Signore. E chi incontra il Signore mica è triste, ha voglia di ballare e cantare e fare tutte le cose belle. E quindi anche noi che incontriamo questo tesoro prezioso siamo chiamati a farlo.

Una suora moderna come trasmette il messaggio del Signore?
La Chiesa è chiamata ad aprirsi, a evangelizzare e ad ascoltare i bisogni degli altri, dei giovani e delle varie difficoltà che incontra la società. Non può essere un’istituzione lontana: la Chiesa deve accompagnare i figlicome una madre, porsi allo stesso livello e parlare la stessa lingua. La modernità sta nel fatto che la mia chiamata è nata cantando, ballando e recitando. Non avrei mai pensato di incontrare il Signore cantando, ed è così che io continuo ad annunciarlo.
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E’ difficile essere una suora a teatro?
Devo dire che al di là di tutto quello che si pensa io incontro delle persone, delle anime. In “Titanic” c’è gente da Austria e Germania, quindi sono a contatto anche con differenze culturali. Per me tutto questo è una grande ricchezza, dal punto di vista spirituale proprio il fatto di incontrare persone diverse ci porta anche a farci delle domande. O magari incontro persone di altre religioni che mi fanno delle domande. Quindi essere suora dietro le quinte vuol dire continuare a evangelizzare e continuare a essere quello che io sono.

Chi è Suor Cristina?
m_ab9pSuor Cristina è una ragazza di 28 anni molto semplice che ama la vita, ama quello che fa, che vive in comunità con altre consorelle quindi ha fatto una scelta di vita particolare e che ha la gioia nel cuore e non riesce a tenerla per sé ma ha bisogno di comunicarla. È una persona che ha molta energia che ha bisogno di essere sempre buttata fuori e lo fa grazie a tutte queste sue passioni.

giovedì 23 febbraio 2017

Dancing with the Nuns!

La serata teatrale spensierata e perfetta esiste, e in Italia si chiama Sister Act: musical a cui Saverio Marconi ha saputo infondere ritmo, energia e talento, e che anche ieri sera, alla prima triestina al Politeama Rossetti, ha colto nel segno. Due ore e mezza di puro divertimento, buona musica, voci strepitose e tante gag che più volte hanno fatto venir giù il teatro dagli applausi.
Tratto dall’omonimo film che ha lanciato nel firmamento hollywoodiano Whoopi Goldberg, un esplosivo intreccio di musica, suore e gangster, questo Sister Act conta su una colonna sonora tutta nuova - non aspettatevi una, dico una, canzone dal film, come erroneamente pensavo io, che attendevo il fatidico momento con I Will Follow Him - composta dal prolifico Alan Menken: un esplosivo miscuglio di dance, soul, funky, ballads in puro stile Broadway, gospel.
A trascinare lo show, quel fenomeno della natura che si chiama Belia Martin: voce e talento comico da vendere, la sua Deloris Van Cartier - la cantante di night che si ritrova suo malgrado testimone di un omicidio ad opera del suo amante Curtis, un Felice Casciano in stato di grazia - rapisce col suo ottimismo, irruenza, physique du rol; e lo stuolo di suore che loro malgrado si ritrovano a dover condividere prove di coro e convento con la nuova arrivata, non sono certo da meno. Citarle tutte non si può, ma sicuramente spiccano Jacqueline Maria Ferry nell’esigente ruolo della Madre Superiora (e un caro saluto all’altra cotitolare Francesca Taverni ci sta tutto), Suor Cristina in quello della novizia Suor Maria Roberta, e una spumeggiante Manuela Tasciotti nella parte di Suor Maria Patrizia.
Marco Trespioli è il Sergente Eddie, sfigato e imbranato, ma con un cuore grande così: il suo assolo nel bar, con tanto di effetti da gran trasformista, strappa applausi a scena aperta.
Da segnalare, inoltre, il trio Silvano Torrieri / Vincenzo Leone / Renato Crudo: novelli Bee Gees, fanno da contraltare, tra mossette, camicione sgargianti e voci in falsetto, al gangster Casciano. Pino Strabioli, volto popolare per i suoi programmi televisivi, è qui un convincente Monsignor O’Hara.
Scenografia suggestiva e funzionale, costumi in perfetto stile Anni Settanta, disegno luci ottimale, ritmo indiavolato: seppur con uno soggetto minimale, ma geniale, questo Sister Act funziona alla grande. Onore al merito anche - o soprattutto - alle liriche e all'adattamento in italiano di Franco Travaglio: lo show sembra scritto direttamente nella nostra lingua! In sintesi: energia, talento e divertimento allo stato puro. E sarà impossibile restar fermi sulla poltrona!
Fino a domenica 26 febbraio 2017 al Politeama Rossetti di Trieste: sbrigatevi, perché ieri sera il teatro era pressocché pieno!

mercoledì 15 febbraio 2017

Ecco le 7 opere finaliste di PrIMO 2017



 

Amici del Musical e Musical.it  solo felici di comunicare che la Giuria di Qualità del premio PrIMO2017  ha deciso sette opere ammesse al

voto on-line, che decreterà il vincitore del Premio Italiano del Musical Originale:

70 volte 7 di Maurizio Desinan, Marisa Della Pasqua

Animali della fattoria di Alberto Manini, Stefano Calabrese

Hansel e Gretel

di Luca Lovato, Antonio Lanzillotti, Chiara Santagiuliana, Laura Benetti

Le ragazze di via Savoia, 31 di Elisabetta Tulli e Andrea Calandrini

Licantropia di Francesco Ranieri, Antonio Vincenzi

Pirati e Pirati di Alberto Manini, Stefano Calabrese

Una storia senza tempo di Alex Gasparotto, Patrizia Magnani


Faccia da Fragola, conosciamo la protagonista Ileana Pipitone


Con Faccia da Fragola, musical basato sul fumetto Freckleface Strawberry, sarà in scena al Teatro Tivoli di Bologna dal 20 al 24 febbraio. Amici del Musical ha fatto una chiacchierata con Ileana Pipitone, muggesana, voce storica della cittadina giuliano-riverasca che sta percorrendo la lunga strada dei teatri.
C’è chi se la ricorda per la hit carnevalesca Muja Mega Song con Maxino, chi semplicemente da piccola nel centro storico di Muggia, chi rimase folgorato dalla sua voce quando partecipò a Musical StarTS nel lontano 2011.

 
Ciao Ileana come va? Dove e come nasce la cantante Ileana Pipitone ?
Ciao Matteo. Molto bene grazie! Allora.. A dire il vero è iniziato tutto con un panettone in faccia. Mi spiego meglio: avrò avuto qualcosa come undici/dodici anni, e in quel periodo io e la mia famiglia seguivamo un gruppo di musicisti che ci piaceva un sacco. Ad uno dei loro concerti, durante il periodo natalizio, avevano a disposizione dei gadget e dei panettoni da regalare al pubblico. Poco prima della fine del concerto, rimane un ultimo panettone, che viene preso per il laccetto e caricato con tutta la foga possibile. Ecco, il laccetto si stacca, e il panettone mi finisce direttamente in fronte. Dopo un attimo di panico risoltosi in fretta, ci siamo messi a chiacchierare con i due cantanti del gruppo. Tra una chiacchiera e l’altra viene fuori che in quel periodo particolare della mia vita mi sarebbe piaciuto iniziare a seguire delle lezioni di canto. Così mi consigliano di andare da un’insegnante della zona, quella che poi è diventata per molti anni il mio punto di riferimento per il canto a Trieste, e che ancora oggi lo è per mille altri motivi.

Perchè nell'infinito mondo della musica, la tua attenzione è caduta sul mondo del Musical?
Perché credo sia la chiave con la quale riesco ad esprimermi meglio.

Nella tua carriera però hai affrontato anche una carriera esterna al mondo del musical , qual’è la differenza che trovi tra il musical e il mondo canoro?
Da parte mia questa differenza non la sento perché cerco di affrontare entrambi i mondi nella stessa maniera. A me non piace il cantante che si mette lì con il suo microfonino e canta una canzone, seppur magari scritta anche molto bene, ma senza avere minimamente idea di chi è e di che cosa sta dicendo. Io, ad esempio, cerco, quando posso, di giocare molto con il palco e la messa in scena. Capita, a volte,di sentirmi stretta in una canzone slegata da una trama, che ha, certamente, un inizio e una fine, ma non posso collocarla in una storia, in un contesto ben preciso. Allora me lo invento, lo creo io.

Cosa è significato per te abbandonare Trieste per arrivare a Bologna?
All’inizio è stato un bel salto nel buio, ricordo di aver avuto molta paura, ma era un passaggio obbligato, una cosa che non potevo evitare. Ora Bologna è come se fosse la mia seconda casa e sono contenta di essermi affezionata così tanto a questa città.

Quali sono i tuoi musical preferiti e perchè ?
Ho un debole per i musical divertenti. Per me andare a teatro è uno svago, un modo per staccare la testa per qualche ora e trovare un attimo di respiro, e mi piace farlo ridendo. Se devo scegliere un titolo al quale sono particolarmente affezionata, è sicuramente Spamalot. Ricordo di averlo visto a teatro un bel po’ di anni fa, una produzione londinese a dir poco spettacolare. Uscita dal teatro mi sono ripromessa che un giorno o l’altro quel musical l’avrei fatto pure io. Sto ancora aspettando, e aspetterò ancora un sacco, ma il pallino “Dama del lago” non me lo toglie nessuno.

La tua formazione avviene alla Bsmt di Bologna, com’è stato il tuo percorso di studi ?
E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. Tornassi indietro la rifarei mille volte. E’ stata dura, lo ammetto, la scuola è molto impegnativa e richiede un impegno e una determinazione incredibile, ma se sei davvero convinto che questo è il lavoro adatto a te, è, a mio avviso, il più bel percorso che si possa sperare di avere. Per tre anni vivi completamente immerso in un mondo a parte, conosci persone che condividono gli stessi tuoi interessi e stringi dei legami talmente forti che non credo neanche di riuscire a spiegare. La Bsmt diventa la tua seconda famiglia, e questa cosa ha sia lati postivi che negativi. Per quanto riguarda me, ve lo posso assicurare, è stato il regalo più grande che mi si potesse fare.


Dove possiamo venire a sentirti?
Dal 20 al 24 febbraio saremo al teatro Tivoli di Bologna con Faccia di Fragola – il musical, un bellissimo musical basato sul famoso fumetto Freckleface Strawberry.
Il musical fa parte di un progetto più ampio gestito dalla BSMT, finalizzato ad avvicinare i più giovani al teatro. Infatti quelli che presentiamo noi sono dei matinée per i bambini. La direzione musicale è di Shawna Farrell, la regia, invece, è stata affidata a Mauro Simone. Il cast è composto da sette bravissimi ex allievi diplomati alla Bsmt. E’uno spettacolo davvero carino e divertente.

Tu sei una giovane performer, cosa consigli a chi vuole avvicinarsi al mondo del musical?
Studiare, studiare e studiare... e quando si è finito, studiare ancora, che male non fa.

Ci salutiamo, e ringraziamo Ileana della chiaccherata e gli auguriamo un sincero Buona Musica!