sabato 23 gennaio 2021

 

Balliamo (e cantiamo) come Raffaella, contro ogni censura



“Questo è il musical che tutta l'America Latina e l'Italia stavano aspettando”: Nacho Álvarez sintetizza così il suo esordio cinematografico, Ballo ballo, commedia musicale costruita intorno alle canzoni di Raffaella Carrà. 
Il film – una coproduzione italo-spagnola, girato un anno fa tra Madrid, Pamplona e Roma – è ambientato nella Spagna degli anni Settanta, un periodo nel quale la censura dei costumi sociali (soprattutto nelle trasmissioni televisive) era molto rigida.


Dopo aver abbandonato davanti all’altare il suo promesso sposo (Giuseppe Maggio, unico interprete italiano del cast, ndr), María (Ingrid García-Jonsson), una ragazza con la passione per il ballo, torna a Madrid e viene notata, per caso, da Chimo (Fernando Tejero); il regista, nonostante il tipico atteggiamento da “marpione” (con una pettinatura e un look che lo rendono, per certi versi, identificabile con Sergio Japino, ndr),  coglie le potenzialità della ragazza e facilita il suo ingresso nel corpo di ballo di Las noches de Rosa, lo show più seguito dai telespettatori spagnoli. 
Ballando sulle note dei più grandi successi di Raffaella Carrà (che si concede una fugace apparizione nel finale, in stile “Vacanze romane”, ndr), María si innamora di Pablo (Fernando Guallar), che sta seguendo le orme del padre, il temuto responsabile della censura Caledonio (Pedro Casablanc); la ragazza, infrangendo ogni regola, trova il coraggio di cambiare radicalmente la propria vita.
 

Gli innovativi arrangiamenti delle canzoni non ne scalfiscono lo status di hit senza tempo e sono resi ancora più accattivanti – nell’edizione italiana – dal doppiaggio cantato, affidato alle voci di alcuni tra i più riconoscibili performer nostrani di musical: Renata Fusco (che presta la voce ad Ampero, l’amica della protagonista, regalando vibranti interpretazioni di brani memorabili come “Tanti auguri” e “Luca”, ndr), Donatella Pandimiglio (che canta i brani  più celebri, dal “Tuca Tuca, fino a “Festa” e “A far l’amore comincia tu”) e Luca Biagini, a cui è affidato il doppiaggio parlato e cantato di Celedonio, il rigido censore televisivo. 

I temi affrontati (censura, libertà di espressione, pari dignità tra uomo e donna in un contesto professionale), l’ambientazione in un uno show televisivo, le frizzanti coreografie e gli sgargianti costumi strizzano l’occhio - in maniera curiosa e piuttosto evidente - a un altro musical adattato per il grande schermo, ovvero Hairspray.


Destinato, almeno per ora, a causa della pandemia, a un’esclusiva fruizione in streaming su Amazon Prime Video (dal 25 gennaio), Ballo ballo è un godibile jukebox musical, proprio come Mamma Mia! (2008), nel quale canzoni famosissime fanno da cornice o, in questo specifico caso, sembrano prendere per mano una storia che vuole essere un doveroso omaggio a una donna che ha rappresentato il cambiamento, rompendo le convenzioni.

Roberto Mazzone