Bring it on, una meraviglia irriverente tra sentimenti e acrobazie

Diciamo subito che questo BRING IT ON, secondo appuntamento con il Summer Musical Festival della BSMT,  è una meraviglia da vedere. Se gli artisti di teatro musicale sono normalmente una triple threats, questo Cast è una sorta di quadruple threats, perché oltre a cantare, ballare e recitare è in grado di eseguire elaborate routine che culminano in formazioni torreggianti e piramidi umane dopo spettacolari salti mortali. 




Pur avendo un taglio leggero, è probabile che gli appassionati di teatro musicale rimarranno sorpresi dal pedigree di molti dei creatori di questo musical: le musiche sono di Tom Kitt, il compositore vincitore del Premio Pulitzer per NEXT TO NORMAL, e di quel Lin-Manuel Miranda dei pluripremiati IN THE HEIGHTS e HAMILTON, le liriche sono del suddetto Miranda e di Amanda Green, figlia del grande Adolph Green; il libretto è opera di Jeff Whitty che ha portato a casa un Tony per il musical satirico AVENUE Q. 


Il materiale artistico, alternativamente irriverente e sentimentale, è diviso tra due High School in competizione: la compassata Truman e la più anticonformista Jackson, dove tutti possono "Do Their Own Thing". Kitt affronta la Truman, Miranda, con liriche da cui si intuisce subito il suo marchio di fabbrica, la Jackson. Questo dà un interessante elemento di disarticolazione all'intero lavoro (un plauso all’ottima direzione musicale di Roberto Tomassoli), ed è intrigante cercare di individuare quale creativo ha affrontato quale numero, ad esempio a volte cogli un accenno di HAMILTON: "Friday Night, Jackson" ha gli "hey" di "Helpless", mentre "It's All Happening" ha un'aria di "The Schuyler Sisters". 

Eugenio Contenti, che si è occupato della regia e delle spettacolari coreografie, con l’imprescindibile assistenza della sorella Silvia Contenti, ha visto la competizione tra ragazze come una sottile metafora della società odierna e ha dato al musical un ritmo serrato cercando (e riuscendo!) a mostrare la storia delle cheerleader come veicolo per raccontare alcuni temi nei quali chiunque nel pubblico potrà rispecchiarsi quali amicizia, tradimento, accoglienza, rischio dell’omologazione, consapevolezza del proprio potenziale. 

Sveva Petruzzellis, brillantemente calata nel ruolo, interpreta con un vivace senso di determinazione e profondità graduale la capo cheerleader Campbell; la nostra eroina è pronta a guidare la squadra della sua scuola in competizione quando viene trasferita alla Jackson, che, disastrosamente, non ha una squadra di cheerleader. Questa è ovviamente una notizia devastante per lei ma ottima per tutti noi visto che lo spettacolo sale di livello con un eccitante groove musicale quando Campbell inizia a mescolarsi con gli studenti più tosti della Jackson, tra le quali Danielle, la capo della crew di ballo hip-hop della scuola. In questa fase la mano di Miranda emerge in primo piano e la sua capacità di produrre astuti rap in rima guida le sequenze più propulsive dello spettacolo, incluso un delirante numero in cui Campbell dimostra la sua volontà di entrare nella crew e, soprattutto, all'inizio del secondo atto per lo show-stopper "It's All Happening", che ha l'inconfondibile senso del momento e l'atteggiamento verso l'alto di Miranda! Questo numero racconta come Campbell convince Danielle (una superba Vittoria Sardo che fornisce impulso e si trova esattamente nel cuore emotivo della conflittuale amicizia) a creare una squadra di cheerleader a cui Campbell si unisce per competere contro i suoi vecchi compagni di scuola guidati da Eva (a cui Alice Borghetti regala una vivace e geniale malvagità da applausi a scena aperta), l'ex pupilla di Campbell i cui intrighi l'hanno portata in cima alla piramide del tifo della Truman.

 


BRING IT ON corre allegramente attraverso diverse sottotrame, forse un po’ prevedibili, sul legame attraverso il divario sociale. Campbell, è improvvisamente l'estranea goffa, ansiosa di adattarsi, mentre la sua collega di quartiere, la paffuta Bridget (un'accattivante Chiara Bonfrisco), scopre che il senso della moda stravagante che la emarginava alla Truman le dà un po' di prestigio da strada alla Jackson. Il libretto di Whitty ha il buon senso di prendere in giro le dinamiche narrative ben consunte del musical. Mentre lo spettacolo si avvicina all'inevitabile happy end, Skylar (la brava Valentina Pini dallo spirito cattivo ma spassosa e impertinente), soddisfatta di sé, riflette: "Oh mio dio, ognuno di loro ha superato tutto questo con una crescita personale, ma io sono esattamente la stessa persona di un anno fa". Con un sorriso luminoso, aggiunge: "Oh bene! Mi piaccio. L'ho sempre fatto".


Alessandro Caria 

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