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 La famiglia Addams in un gradevole allestimento “d’altri tempi” Ispirandosi alla nota serie televisiva degli anni Sessanta, la Compagnia della Corona riporta a teatro “La famiglia Addams”, le cui vicende paradossali e ricche di humour nero hanno origine dal  fumetto creato da Charles Addams negli anni Trenta. Ad accogliere il pubblico in sala, ci pensa il  simpaticissimo Cugino Itt (personaggio non presente nella versione originale del musical, scritto da Marshall Brickman e Rick Elice, con musiche di Andrew Lippa). L’allestimento diretto da Salvatore Sito colpisce soprattutto per l’impostazione scenica, che utilizza magistralmente videoproiezioni dall’efficace impatto visivo (a cominciare dalla mitica Mano, che introduce il pubblico nella adeguata atmosfera da serie tv). Le scenografie di Davide Amadei, recentemente scomparso, mantengono l’imprescindibile carattere dark dell’allestimento, rendendo di fatto lo spettacolo una “commedia musicale d’altri tempi”: si nota l’abbondanza di e

UNA FRESCA DODICESIMA NOTTE SUL PRATO INGLESE TRA BURLE E INTRIGHI

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  La Dodicesima Notte, Matteo Alì, Giordana Faggiano © CLARISSA LAPOLLA  “Tempo sciogli tu questo groviglio”. Sta tutto in questo auspicio il delizioso gioco teatrale de La dodicesima notte, nuova produzione de Il Prato Inglese dello Stabile di Torino che come consuetudine da ormai tre estati sparge verde freschezza nella platea del Teatro Carignano.  Se il prato in sala non può che essere artificiale la freschezza sul palcoscenico è reale: la macchina di finzioni, fingimenti, travestimenti, amori veri e finti, burle, scherzi del caso, finte passioni ricambiate e reali attrazioni impossibili, trasmette una spensierata leggerezza trapunta di emozioni, sorprese e caratteri irresistibili.  La base narrativa è quella, vecchia come il teatro, dei gemelli identici che spargono  ad ogni passo  malintesi e scambi di persona, con la variante un po’ maliziosa che qui non si tratta di due fratelli separati alla nascita, ma di sorella e fratello dispersi in un naufragio. Ognuno crede l’altro morto

DA MAMOIADA A MACONDO AFFABULANDO D'INCANTO COL TANGO DI FRESU E GALLIONE

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E’ un’esperienza teatrale difficilmente classificabile questo Tango Macondo scritto e diretto da Giorgio Gallione e liberamente ispirato all’opera letteraria Il venditore di metafore di Salvatore Niffoi. La cifra più calzante è quella dell’affabulazione, ma i tanti racconti, intrecciati in uno schema metanarrativo in continuo movimento, sono allestiti con il costante apporto di una  meraviglia visiva, di un incanto spettacolare che abbinato alle interpretazioni attoriali e alla fascinosa componente musicale creano un insieme di sfaccettature e suggestioni come in un enorme caleidoscopio vivente. Ugo Dighero (noto al grande pubblico per i suoi surreali personaggi in un’indimenticabile edizione di Mai Dire Goal e nato artisticamente nel gruppo dei Broncoviz accanto a Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano e Carla Signoris) è Matoforu, cantore sardo che decide di partire da Mamoiada, paese dalle maschere grottesche, tipiche del floklore sardo, per guadagnarsi da viv

FORTUNATISSIMO PER VERITA'

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Il Barbiere di Siviglia firmato Pierre-Emmanuel Rousseau incanta e diverte il Regio di Torino Paradigma della trasgressione interclassista in tutte le sue declinazioni letterarie e musical-teatrali, personaggio libero per antonomasia e trafficone per definizione, Figaro è un ruolo ambito e oggetto di mille (re)intepretazioni, grazie a una modernità travolgente e la sua intrinseca irrefrenabile vitalità.  Nella bella regia di Pierre-Emmanuel Rousseau, che vive una affinità assonante con il compositore dell’opera, l’opera buffa per eccellenza assume un fascino magnetico e un’energia sempre ben calibrata e da cui è difficile non cadere affascinati. Ma il pregio maggiore dell'edizione vista al Teatro Regio di Torino lo scorso 28 gennaio 2023 e curata dal regista francese è la sua freschezza, il fascino di uno show visivamente ipnotico, e nel contempo attentissimo alle peculiarità drammaturgiche di  tutti i personaggi, dai più facili ai più ostici, senza perdere mai il brio e la cura de