UNA FRESCA DODICESIMA NOTTE SUL PRATO INGLESE TRA BURLE E INTRIGHI

 

La Dodicesima Notte, Matteo Alì, Giordana Faggiano © CLARISSA LAPOLLA 

“Tempo sciogli tu questo groviglio”. Sta tutto in questo auspicio il delizioso gioco teatrale de La dodicesima notte, nuova produzione de Il Prato Inglese dello Stabile di Torino che come consuetudine da ormai tre estati sparge verde freschezza nella platea del Teatro Carignano. 
Se il prato in sala non può che essere artificiale la freschezza sul palcoscenico è reale: la macchina di finzioni, fingimenti, travestimenti, amori veri e finti, burle, scherzi del caso, finte passioni ricambiate e reali attrazioni impossibili, trasmette una spensierata leggerezza trapunta di emozioni, sorprese e caratteri irresistibili. 
La base narrativa è quella, vecchia come il teatro, dei gemelli identici che spargono ad ogni passo malintesi e scambi di persona, con la variante un po’ maliziosa che qui non si tratta di due fratelli separati alla nascita, ma di sorella e fratello dispersi in un naufragio. Ognuno crede l’altro morto tra i marosi, e l’agnizione finale aggiunge incredulo pathos all’inevitabile lieto fine. Sì, perché entrambi, vivi e vegeti, sbarcano invece, come scrive il regista Leo Muscato, in “un’isola misteriosa e fantastica, un luogo in cui tutto diviene preda del caos e ogni cosa s’immerge in una immobile, mitica irrealtà. Siamo in Illiria, e le sue coste segnano il confine fra un mondo reale e uno immaginario.”

La Dodicesima Notte, La Compagnia © CLARISSA LAPOLLA 

A complicare l’intrigo una sorta di scambio di coppie: la sorella, Viola (una ispirata Giordana Faggiano) è innamorata di Orsino, Duca d’Illiria, a sua volta perso d’amore per la Contessa Olivia, la quale prende una cotta per Viola, nel frattempo travestitasi da Cesario. Tutto si sistemerà quando Olivia sposerà per sbaglio il gemello maschio, e Orsino apprezzerà le grazie di Viola, tornata in abiti femminili.

La Dodicesima Notte, Martina Sammarco, Fabrizio Costella © CLARISSA LAPOLLA 

Ma può bastare il plot principale alla felice bulimia shakespeariana? Non scherziamo. E proprio agli scherzi pensa un terzetto irresistibile: l’intrigante dama di compagnia Maria, il godereccio cugino Sir Toby e il ridanciano Fabian. Tipici abitanti dell’isola, che “non hanno ambizioni, desiderio di potere, di gloria, di ricchezza. Vivono del qui e ora.” I tre, (Marta Cortellazzo Wiel, Michele Schiano di Cola e Valentina Spaletta Tavella, uno più bravo dell’altra) grazie a false dichiarazioni d’amore di Olivia riducono il suo maggiordomo Malvolio (l'espressivo Alfonso De Vreese) a zimbello da manicomio, e si prendono gioco del pavido spasimante Sir Andrew, con tanto di finto duello all’ultimo svenimento con Viola/Cesario.

La Dodicesima Notte,  da sinistra Stefano Guerrieri, Marta Cortellazzo Wiel, Valentina Spaletta Tavella, Alfonso De Vreese, Michele Schiano Di Cola © CLARISSA LAPOLLA 

Ci sono anche il buffone Feste (Alice Spisa: ruba la scena a tutti) il Padre Topas 'alla sicula' di Elena Aimone (a dimostrare l’adagio per cui ci sono piccole parti e attrici maiuscole) e la sorprendente Musicante Celeste Gugliandolo, che accompagna tutta la messa in scena suonando e cantando dal vivo.

La Dodicesima Notte, davanti Celeste Gugliandolo. Dietro la Compagnia
© CLARISSA LAPOLLA 

La regia di Muscato asseconda tali tanti talenti con ritmo, spirito e tempi comici perfetti, aiutato dalla fascinosa scenografia di Andrea Belli (i rami di un salice che si fanno fondale e quinte nascondendo la realtà, esattamente come gli intrighi della trama celano la verità) e dal geniale bric-à-brac costumistico di Giovanna Fiorentini.
Alla fine il gioco è talmente irresistibile che lo spettatore spera che la matassa, invece di dipanarsi, non faccia che ingarbugliarsi in eterno, per non dover mai abbandonare la magica isola del sogno e poter vivere sempre in questo scherzoso, intrigante, 'qui e ora'.

Franco Travaglio


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