lunedì 18 dicembre 2017

30 anni di Balli proibiti

La platea del Teatro degli Arcimboldi trasformata nel Salone delle Feste del Resort Kellerman, grazie a una serie di tavolini collocati davanti al palcoscenico, dove poter assistere allo spettacolo, sorseggiando spumante: questa è una delle principali novità dello speciale allestimento di Dirty Dancing , diretto da Federico Bellone, che in questo modo celebra i 30 anni dell’omonima pellicola con Jennifer Grey e l’indimenticabile Patrick Swayze nei ruoli principali.



L’adattamento italiano firmato da Alice Mistroni segue con disinvoltura la sceneggiatura cinematografica, mettendosi forse un po’ troppo al servizio di una improbabile realtà italiana anni Sessanta: in effetti, i villeggianti che giocano a “Sacco pieno, sacco vuoto” nell’America di Martin Luther King e della famiglia Kennedy risultano un’evidente forzatura.


Immancabili le celebri battute come “Ho portato un cocomero” e “Nessuno può mettere Baby in un angolo”. E in effetti, in questi anni, Sara Santostasi, non è rimasta in un angolo, anzi, ha fatto crescere la sua Baby, colmando qualsiasi tipo di lacuna pregressa, dal ballo alla recitazione, rendendo anche più efficaci le istanze di libertà e uguaglianza sociale di cui il suo personaggio si fa portatore.
Giuseppe Verzicco dimostra un feeling immediato con il ruolo di Johnny Castle e riesce in maniera convincente ad andare oltre il personaggio, pur non sfruttandone al massimo le diverse sfaccettature a livello interpretativo.

Nel corso degli anni, Loredana Fadda si è fatta notare in numerosi musical (Peter Pan, Priscilla, The Bodyguard) per le portentose sfumature soul del suo timbro vocale: anche in questo caso, il pubblico non resta deluso dalle emozionanti interpretazioni – molte delle quali eseguite in coppia con un convincente Samuele Cavallo - di hit quali Do You Love Me?,You don’t Own Me e soprattutto (I’ve Had) The Time of My Life, il tema principale del film, vincitore di un Premio Oscar e di un Golden Globe per la migliore canzone originale.  
Tra i giovani componenti del cast, vanno inoltre citati l’iconica Federica Capra (Penny, la partner bionda di Johnny) e Antonio Catalano (il cameriere Robbie, un farabutto dalle interessanti potenzialità).

Gli interpreti adulti (Simone Pieroni, Mimmo Chianese, Russell Russell, Renato Cortesi e Linda Cammalleri) danno prova inconfutabile della loro esperienza di palcoscenico e, divertendosi, rappresentano un irrinunciabile valore aggiunto per lo spettacolo.


Lo spettacolo proseguirà in una lunga tournée italiana, da febbraio a marzo 2018. Il tour, prodotto da ShowBees in collaborazione con Wizard Productions, toccherà numerose città, tra cui Bari, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Trieste.

giovedì 30 novembre 2017

Mamma Mia, che sogno! (in musica)

La nuova versione italiana, firmata Massimo Romeo Piparo, del musical Mamma Mia!, contenente le intramontabili hit degli ABBA, risulta effettivamente tra gli eventi teatrali più attesi di questa stagione. Ma una premessa è d’obbligo: questo allestimento conquista soprattutto chi è già stato conquistato dallo spettacolo originale in scena a Londra, oppure dalla versione tour internazionale, in scena più volte in Italia nel recente passato.
Se si entra in questo “mood”, allora è più facile apprezzare l’intera operazione, con i suoi pregi e difetti.

Tra i punti di forza dello spettacolo, un allestimento scenografico di ampio respiro rispetto al format originale: un pontile sospeso sul mare, con tanto di battigia rende più autentiche le atmosfere di una tipica isoletta greca sul Mediterraneo, senza affidarsi troppo alle immancabili proiezioni video (ormai una cifra stilistica degli allestimenti di Piparo). Il valore aggiunto all’intero impianto scenografico, inoltre, è dato dalla presenza di una doppia pedana girevole (memoria ed eredità della cosiddetta “età dell’oro” del Sistina, quella delle produzioni firmate G&G, per intenderci), che, di volta in volta,  svela gli ambienti in cui si muovono i protagonisti e soprattutto gli interni della locanda “Sere d’estate”, che mantiene le caratteristiche sfumature di colore bianco e blu, e ospita sul proprio tetto l’orchestra dal vivo.

L’emozione è subito forte dalle prime note dell’Ouverture, mentre si rimane un po’ scettici quando la giovane Sofia canta le parole Il sogno mio / in musica, adattate dall’originale I Have a Dream.
Eppure, l’adattamento italiano, pur tradendo in molti passaggi le convenzioni suggerite dalla metrica e, di conseguenza, perdendosi parecchie rime lungo il percorso, mantiene una adeguata musicalità e ha il pregio di convertire le parole in sensazioni ed emozioni che lasciano il segno (ad esempio il deja-vu sul testo di Mamma Mia!, oppure la personificazione al femminile di un pronome, che evoca il concetto di resa/sconfitta nella celebre The Winner Takes It All).

©Antonio Agostini
Le coreografie di Roberto Croce sembrano prediligere un assetto “corale”, anche se, a tratti, l’ensemble appare “devitalizzato”, quasi disorientato sul palcoscenico. Non è il caso di Lay All Your Love on Me, dove l’intero ensemble maschile è schierato in tenuta subacquea sul pontile, con tanto di pinne: una scelta molto apprezzata, soprattutto dal pubblico femminile…

I tre possibili padri di Sofia, invitati da lei stessa al suo matrimonio, sono tre volti noti del teatro e della fiction, per i quali si è scelto di mantenere una specifica provenienza geografica, così da renderne peculiare la modalità interpretativa.
Sam Carmichael è interpretato da Paolo Conticini: una recitazione disinvolta è la sua carta vincente, sostenuta da un’ottima presenza scenica, messa a frutto soprattutto nel brano The Winner Takes It All, dove risulta magnetico e credibile anche senza cantare. Le sue performance canore in altri brani, come ad esempio Knowing Me, Knowing You e S.O.S, testimoniano un percorso di tecnica vocale in graduale evoluzione.
Il viaggiatore solitario Romolo Desideri (“romano de Ostia, con una zia greca”), senza legami con la sola compagnia del suo spirito d’avventura è Luca Ward: un "gladiatore della scena", che in questo spettacolo canta poco, rispetto a precedenti esperienze professionali nel musical. Ma a un attore della sua caratura si può perdonare molto, specialmente quando un gesto o un semplice sguardo bastano per “costruire” un personaggio e mantenerlo coerente. Un aspetto particolarmente evidenziato nell’interpretazione  di Take a Chance on Me, ricca di una sorprendente gamma di intenzioni interpretative.
Sergio Muñiz prosegue con impegno un percorso teatrale che lo vede sempre più spesso calarsi nei panni (più o meno ingombranti) di personaggi latini, interpretati assecondando un gusto tutto italiano: Enrique Luz è un agente di borsa di origini spagnole, il classico tipo “giacca e cravatta”, soprannominato in gioventù “Metallo Puro”. Ma l’impegno e una presenza scenica indiscutibilmente aderente al personaggio  a volte non bastano, per rendere al meglio un ruolo che deve essere credibile e saper emozionare soprattutto con il canto: brani come Thank You For the Music e Our Last Summer con la giusta combinazione di mood e tecnica.

Luca Ward, Sergio Muñiz, Paolo Conticini (©Antonio Agostini)
Sky, il “promesso sposo” di questo matrimonio “a navata larga” è interpretato da Jacopo Sarno, il quale parallelamente alla crescita come attore, dimostra nuovamente di sentirsi a proprio agio nel ruolo del “ragazzo da sposare”, sbarazzino, ma consapevole.

Un’ulteriore riflessione sull’adattamento italiano scaturisce dallo spaccato di universo femminile offerto dal copione originale. Il ruolo di Donna è affidato all’infaticabile Sabrina Marciano, che, pur mantenendo lo scettro di Dancing Queen, restituisce al pubblico un personaggio toccante e sfaccettato, ironico, ma con una forte componente di nostalgica rassegnazione, particolarmente evidente nell’interpretazione di brani come Money Money Money e Slipping Through My Fingers. A farle da contrappunto, la disincantata determinazione di Eleonora Facchini (Sofia), la pungente autoironia di Elisabetta Tulli (Rosy) e l’esplosivo sex appeal sfoggiato da Laura Di Mauro (Tania), iconica protagonista di un duetto in puro “milf-style”, a base di Paprika (Alessandro Lanzillotti, che si fa notare per la sua ammiccante simpatia).

Laura Di Mauro, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli (©Gianluca Saragò)
Dopo le repliche romane, al Teatro Sistina fino al 7 gennaio prossimo, il tour coinvolgerà sulle note degli ABBA tutta la penisola (Svizzera italiana compresa) fino a febbraio 2018. E già si annuncia il ritorno dello spettacolo la prossima stagione, in molte delle piazze che già in questi mesi hanno fatto registrare un record di presenze a teatro.

venerdì 3 novembre 2017

Aggiungi una strofa all'Amore

Il Teatro Brancaccio di Roma celebra i suoi 80 anni (1937-2017) riportando sulle scene in tutto il suo splendore una delle più amate commedie musicali italiane:  Aggiungi un posto a tavola, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri e con le intramontabili musiche di Armando Trovajoli, del quale quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.

Gianluca Guidi torna per la seconda volta – dopo l’edizione 2009/2010 – a indossare la tonaca di Don Silvestro, il “pretino” di montagna con la faccia simpatica che riceve una telefonata da Dio, il quale gli affida il gravoso compito di organizzare un secondo Diluvio universale, così da ripopolare la terra nel tentativo di rinnovare l’umanità.
Interpretare nuovamente questo ruolo è una sfida, ma lo è altrettanto occuparsi, questa volta, anche dell’allestimento, senza tradire per nulla la regia originale di G&G; anzi, nel complesso, risulta appropriato affermare che Guidi, sia come interprete che come regista, abbia saputo infondere una rigenerante e apprezzata linfa a uno spettacolo che, comunque, è e resterà un evergreen.
L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla collaborazione di un eccellente team creativo, che comprende il coreografo Gino Landi – che ha ripreso le proprie coreografie originali del 1974, assistito da Cristina Arrò, già ballerina in una precedente edizione dello spettacolo; il direttore musicale Maurizio Abeni, già assistente del Maestro Trovajoli, che dirige l'orchestra dal vivo, per la prima volta dopo l’edizione del 1977; dallo scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato la celebre e ingegnosa scenografia originale di Giulio Coltellacci, con il doppio girevole e la grande arca: una maestosa “macchina teatrale”, che più la osservi, più sembra “vivere di vita propria”.

La Compagnia con il produttore Alessandro Longobardi

A pronunciare da “Lassù”, quel “C’era una voltà…”, che dà inizio a questa favola musicale, adesso c’è, in carne e ossa (e voce) Enzo Garinei, “promosso” al ruolo di Domineddio, dopo oltre 500 repliche nei panni di Crispino.

Emy Bergamo è nuovamente prima attrice in uno spettacolo targato G&G (dopo Rugantino e Se il tempo fosse un gambero): la sua Consolazione è decisamente orientata all’epoca moderna e con un abile atteggiamento da “pantera” è sottilmente in grado di attirare su di sé l’attenzione del pubblico; ma, se è vero che tutte le interpreti di questo ruolo (da Bice Valori a Marisa Laurito, passando per Alida Chelli e Chiara Noschese) hanno saputo in qualche modo “fare proprio” il personaggio, in questo caso la showgirl può ancora personalizzarlo, anche attraverso una comicità più elegante, ma comunque incisiva.

Dopo aver interpretato Toto nell’edizione 2009/2010, adesso Marco Simeoli raccoglie il testimone da Enzo Garinei calandosi nei panni del sindaco Crispino: una “responsabilità” che l’attore accetta di buon grado, con la necessaria voglia di mettersi in gioco, offrendo al pubblico un’interpretazione caratterizzata dall’ effetto comico “ragionato” e mai sopra le righe. A mettersi alla prova nei panniv di Toto, ora tocca a Piero Di Blasio, con un’interpretazione gagliarda, nella quale pur “mantenendo il candore di un bambino”, dimostra non solo la propria duttilità come performer, ma anche una inusuale agilità fisica.

Molto apprezzata dal pubblico l’interpretazione di Beatrice Arnera: la “nuova” Clementina non è più (solamente) una ragazzina innamorata del suo parroco, ma è una giovane che, interfacciandosi con Don Silvestro, dà libero sfogo a una sorta di “nevrosi 2.0”, espressa soprattutto attraverso la recitazione, supportata da una vocalità caratterizzata da freschezza e grinta. Anche se non sempre convincente, è un'ottima esecutrice delle indicazioni di regia, dunque ci si aspetta  che sarà in grado di affinare autonomamente la padronanza delle proprie potenzialità di performer.
Infine, Francesca Nunzi è un’ Ortensia meno tradizionalista e “fervente”, rispetto alle edizioni passate,  ma la sua interpretazione risulta la più completa e tecnicamente strutturata: i suoi assoli ne risaltano la competenza vocale e la sua esperienza di attrice viene messa in risalto dalla disinvolta applicazione di appropriati tempi comici.

Oltre alla distribuzione dei ruoli, questa edizione risulta alcune inaspettate e piacevoli sorprese, tra cui nuovi arrangiamenti per alcune canzoni (una su tutte, L’amore secondo me, che mantiene la tradizionale struttura a quattro voci con  un’esecuzione orchestrale decisamente più “fresca” e dinamica)  e il ruolo del Cardinale Consalvo (Matteo Guma), che per la prima volta viene interpretato in un misto di espressioni italiane e latine (ma senza ricorrere all’uso di un distorsore vocale).
Infine, c’è un momento di questa edizione dello spettacolo in cui il tradizionale aspetto favolistico viene messo da parte, generando riflessioni (ancora) più approfondite. Si tratta proprio della scena del diluvio, durante la quale don  Silvestro, opponendosi alla volontà di Dio, gli si rivolge cantando queste parole: “Sei sicuro di quello che fai? Fosti tu a insegnarci il perdono”. Quella che, nelle edizioni passate, è sempre stata una “reprise”, oggi, con una strofa in più, racchiude il senso profondo dello spettacolo, ancor più della stessa Aggiungi un posto a tavola e dell’immancabile e sempre emozionante finale, con la Voce di Lassù che annuncia il suo arrivo sotto le sembianze di una colomba bianca che da 43 anni continua a occupare l’unico posto vuoto della lunga tavola al centro della scena.



Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Brancaccio fino al 26 novembre e poi in tour (Catania, Mantova, Napoli, Genova, Pavia, Torino, Bologna). 

lunedì 23 ottobre 2017

West Side Story, l’emozione della “prima volta”


Dopo le repliche dello scorso anno al Teatro Manzoni di Milano, è tornato in scena l’allestimento firmato da Federico Bellone – con dialoghi in italiano e canzoni in versione originale – di West Side Story, considerato il musical più famoso di Broadway.


Leonard Bernstein
Nel centenario della nascita del compositore Leonard Bernstein, il Teatro Carlo Felice di Genova e W.E.C. – World Entertainment Company hanno dato vita a un sodalizio significativo fra una Fondazione lirico-sinfonica e un’azienda privata operante nel settore dell’intrattenimento, che ha prodotto un allestimento di notevole fattura, creato esclusivamente per l’ente lirico genovese. Si tratta di un autentico primato, perché, per la prima volta in Italia, un teatro lirico ha inaugurato la propria stagione d’opera con un musical. Le coreografie originali di Jerome Robbins sono state riprodotte da Fabrizio Angelini, con una impronta di adeguato dinamismo, efficacemente “restituita” dai performer sul palco. L’Orchestra del Teatro Carlo Felice, diretta  dall’inglese Wayne Marshall – celebre interprete delle opere di George Gershwin, Leonard Bernstein, Duke Ellington e di altri compositori del ventesimo secolo americano -  ha letteralmente “portato in trionfo” le indimenticabili melodie e i coinvolgenti ritmi della partitura di Bernstein.

Franco Travaglio si è accostato al libretto originale di Arthur Laurents, con una evidente cognizione del proprio lavoro di adattatore; strizzando l’occhio alla modernità, è stato capace di rendere brillanti alcuni tratti di un testo originale dalla straordinaria carica emotiva, di matrice prevalentemente drammatica.

Veronica Appeddu e Luca Giacomelli Ferrarini
(Foto: Marcello Orselli)
Il cast del musical è composto da una freschissima generazione di performer impegnati a rappresentare l’amore contrastato tra Tony e Maria, al centro della lotta per la sopravvivenza tra due bande giovanili rivali: gli americani Jets e i portoricani Sharks.


Luca Giacomelli Ferrarini mostra maggiore disinvoltura – rispetto alle repliche milanesi – nel mettere il proprio mestiere di performer – unitamente alla formazione di carattere lirico - a servizio del personaggio di Tony. E gli applausi arrivano copiosi al termine di ogni canzone che lo vede interprete, singolo o in duetto con Veronica Appeddu, la quale si conferma un astro nascente – destinato a durare nel tempo- del teatro musicale italiano: la sua è una Maria genuina, quanto risoluta e con i piedi per terra.

Non manca mai di sorprendere per la naturalezza con la quale la sua interpretazione arriva al pubblico, segno di una sicura padronanza del mestiere d’attore e dello spazio scenico: Simone Leonardi incarna tutto questo nel ruolo di Schranck.
Un discorso analogo può valere per gli altri due ruoli adulti: Doc, ripreso da Michele Renzullo (che già lo aveva interpretato nel primo allestimento italiano firmato Compagnia della Rancia), e Krupke, interpretato da Mimmo Chianese, veterano di un certo stile interpretativo che può ancora far sgranare gli occhi.



Simona Distefano è una  passionale e vibrante Anita; Giuseppe Verzicco, nel ruolo di Riff, evidenzia la propria disposizione a ricoprire ruoli da leader.
Citando, a livello di ensemble, il brano Gee, Officer Krupke, si fanno notare per la loro interpretazione anche Samuele Cavallo (Action), Paky Vicenti (Baby John), Giorgia Ferrara (Anybody) e Antonio Catalano (Diesel).
Martina Cenere, oltre a interpretare una divertente Rosalia nella scena di un evergreen come America, canta anche la celeberrima Somewhere, eseguita in voice over durante un sogno nel quale i due protagonisti e la compagnia danzano, esprimendo preoccupazione per il futuro.

(Foto: Marcello Orselli)
Insomma, le repliche genovesi di West Side Story (in scena al Carlo Felice fino al 29 ottobre) rappresentano un altro colpo andato “a segno” per Federico Bellone; in attesa che lo stesso regista, insieme ai produttori di WEC, accolgano a Milano, il prossimo mese di febbraio, la magia di Mary Poppins.

martedì 17 ottobre 2017

Mamma Mia!, parte il tour invernale del nuovo allestimento targato Piparo


Dopo il successo di critica e pubblico del tour estivo, arriva nei teatri italiani Mamma Mia! secondo Massimo Romeo Piparo, già in pole position quale evento teatrale dell'anno.
La nuovissima versione della più celebre commedia musicale degli anni 2000, che ha strappato applausi in tutto il mondo e ha fatto scatenare il pubblico con le mitiche canzoni degli ABBA, è pronta a ripartire per il lungo tour invernale, che toccherà tante città italiane da Nord a Sud.
Il musical riparte giovedì 19 ottobre dal Teatro delle Muse di Ancona per poi approdare nei  teatri di 20 città italiane (tra cui Bari, Brindisi, Brescia, Bergamo, Firenze, Assisi, Reggio Emilia, Torino, Udine, Genova, Modena e Bologna) e arriverà sul palco del Teatro Sistina di Roma il 6 dicembre in occasione delle vacanze natalizie.

I protagonisti maschili sono tre attori amatissimi dal grande pubblico e già affermati anche nel musical: Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muñiz. Nel ruolo di Donna, Sabrina Marciano e in quello di Sophie la giovane Eleonora Facchini. Accanto a loro anche Elisabetta Tulli e Laura Di Mauro nei ruoli delle scatenate amiche del cuore di Donna, e  Jacopo Sarno, che interpreta Sky.

Paolo Conticini, Luca Ward e Sergio Muñiz (©Gianluca Saragò)

La  giovane Sophie, a pochi giorni dal suo matrimonio, chiama sull’isola greca in cui vive i tre fidanzati storici di sua madre Donna per scoprire chi di loro è il padre che non ha mai conosciuto e che l’accompagnerà all’altare.

La commedia musicale contiene i successi senza tempo degli ABBA, come Mamma Mia!, Dancing Queen, The Winner Takes It All e Super Trouper: un totale di 24 brani suonati interamente dal vivo dall'orchestra diretta da Emanuele Friello, con oltre 30 artisti in scena.

©Antonio Agostini
Rispetto alla versione ufficiale, l’allestimento voluto da Piparo, che è anche regista e autore dell’adattamento in italiano, predilige allo stile "minimal" inglese una messa in scena più ricca e spettacolare. La nuova ambientazione prevede un pontile sospeso su vera acqua di mare, con una barca ormeggiata e un vero bagnasciuga, 11 mila litri di acqua in scena, le pedane girevoli, una locanda dai caratteristici colori nelle sfumature del bianco e del blu e la bouganville alla finestra.

E al termine dello spettacolo, una speciale “appendice” tutta da ballare sulle note in versione disco della colonna sonora del musical.

Un grande allestimento, targato PeepArrow Entertainment, che unisce le nuove tecnologie alla magia del teatro, una storia leggera, ironica e delicata, che racconta l'amore maturo accanto a quello giovanile, indagando grandi sentimenti come il rapporto tra madre e figlia, l'amicizia, ma soprattutto una commedia che, attraverso le figure femminili, celebra la ricerca della felicità anche a costo di sfidare le convenzioni.

©Antonio Agostini


TOUR INVERNALE

ANCONA 19-22 OTTOBRE 2017 (TEATRO DELLE MUSE)
BARI 27 – 29 OTTOBRE 2017 (TEATRO TEAM)
BRINDISI 31 OTTOBRE - 1 NOVEMBRE 2017 (NUOVO TEATRO VERDI)
BRESCIA 7 - 8 NOVEMBRE 2017 (BRIXIA FORUM)
BERGAMO 10 - 11 NOVEMBRE 2017 (TEATRO CREBERG)
FIRENZE 14 – 19 NOVEMBRE 2017 (TEATRO VERDI)
ASSISI 21 - 22 NOVEMBRE 2017 (TEATRO LYRICK)
REGGIO EMILIA 24-26 NOVEMBRE 2017 (TEATRO VALLI)
TORINO 28 NOVEMBRE – 3 DICEMBRE 2017 (TEATRO COLOSSEO)
ROMA 6 DICEMBRE 2017 – 7 GENNAIO 2018 (TEATRO SISTINA)
UDINE 12 – 14 GENNAIO 2018 (TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE)
MANTOVA 16 - 17 GENNAIO 2018 (GRAN TEATRO PALABAM)
TRENTO 19 - 20 GENNAIO 2018 (AUDITORIUM S. CHIARA)
GENOVA 23 – 28 GENNAIO 2018 (POLITEAMA GENOVESE)
LIVORNO 30 GENNAIO 2018 (TEATRO GOLDONI)
MODENA 3 - 4 FEBBRAIO 2018 (TEATRO COMUNALE)
PARMA 6 - 7 FEBBRAIO 2018 (TEATRO REGIO)
BOLOGNA 9 - 11 FEBBRAIO 2018 (EUROPAUDITORIUM)
JESOLO 13 - 14 FEBBRAIO 2018 (PALA ARREX)
LUGANO 16 - 18 FEBBRAIO 2018 (LAC)

lunedì 16 ottobre 2017

West Side Story inaugura la stagione d’opera del Teatro Carlo Felice di Genova


Giovedì 19 ottobre il Teatro Carlo Felice apre la propria stagione artistica con lo spettacolo che ha rivoluzionato la storia della musica: West Side Story. Nel centenario della nascita di Leonard Bernstein, il musical più famoso di Broadway torna in scena in un’edizione rinnovata ma fedele all’originale.

Leonard Bernstein, grandissimo direttore d’orchestra e compositore, ha saputo trovare in questo lavoro il giusto connubio tra linguaggio popolare e stile colto, creando un capolavoro che travalica i generi e le generazioni.

Lo spettacolo è una co-produzione del Teatro Carlo Felice e W.E.C. – World Entertainment Company; un sodalizio significativo fra una Fondazione lirico-sinfonica e un’azienda privata che opera nel settore dell’intrattenimento; due entità molto diverse, unite nella proposta di un grande allestimento, creato esclusivamente per il Carlo Felice. La regia è di Federico Bellone (prossimamente chiamato a dirigere la versione per il palcoscenico di Mary Poppins della Disney), mentre le coreografie originali di Jerome Robbins sono state riprodotte da Fabrizio Angelini.

Luca Giacomelli Ferrarini (Tony)

L’Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice, diretti dall’inglese Wayne Marshall – celebre interprete delle opere di George Gershwin, Leonard Bernstein, Duke Ellington e di altri compositori del ventesimo secolo americano -  eseguono le indimenticabili melodie e i coinvolgenti ritmi della partitura di Bernstein; il cast del musical comprende numerosi artisti di livello, tra i quali spiccano Luca Giacomelli Ferrarini (Tony), Veronica Appeddu (Maria), Simona Di Stefano (Anita), Giuseppe Verzicco (Riff) e Salvatore Maio (Bernardo).

I Jets
 La storia di un amore sfortunato tra due giovani, Tony e Maria, la cui felicità è distrutta dall’odio tra le due bande rivali alle quali appartengono: i Jets e gli Sharks, il tutto ambientato nella giungla urbana della New York degli anni Cinquanta.
Il musical conobbe ulteriore successo anche sul grande schermo: l’omonimo film con Natalie Wood vinse 10 premi Oscar, tre Golden Globe e il Grammy Award per la colonna sonora. Adattamento del celebre Romeo e Giulietta di Shakespeare, il capolavoro di Bernstein unisce ritmi travolgenti di mambo e samba con melodie affascinanti rimaste nella memoria collettiva, quali Maria, America, I Feel Pretty e Tonight.

West Side Story, in lingua originale, con dialoghi in italiano andrà in scena, solo a Genova,  dal 19 al 29 ottobre 2017.

martedì 25 luglio 2017

Thomas Borchert

intervista a cura di Cecilia Zoratti e Matteo Firmi

La Sua prima esperienza nel mondo della musica è avvenuta grazie allo studio
del pianoforte. In che modo è entrato a contatto con il musical?
Ho sempre voluto fare musica, cantare e recitare. Il musical è la combinazione perfetta di queste tre arti, ma allo stesso tempo rappresenta una bella sfida!

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Nel 1990 ha recitato per la prima volta come performer professionista in “Cats”: come ha vissuto questa prima esperienza lavorativa?
Recitare in Cats è stata un’esperienza meravigliosa che mi ha insegnato molto. Grazie a questo primo lavoro ho imparato la diligenza e la disciplina, doti indispensabili per intraprendere questo tipo di carriera



Nel 1992 ha partecipato alla prima di “Elisabeth”: si sarebbe mai immaginato
che il musical avrebbe avuto un successo così grande in tutto il mondo? Nel corso della produzione ha interpretato i ruoli di Luigi Lucheni e Der Tod: cosa si prova a vedere e vivere la storia dell’imperatrice da due prospettive opposte?
Il musical Elisabeth è stato una pietra miliare nella mia carriera sotto più punti di vista, e ancora oggi sono molto orgoglioso di esserne stato parte. Inoltre ho recitato alternativamente entrambi i ruoli maschili: è stata una sfida molto impegnativa che però mi ha aiutato molto sia a livello personale che a livello lavorativo.

Lei ha anche recitato nella rappresentazione italiana di “Elisabeth” a Trieste:
che cosa si ricorda di questa esperienza?
Ah, è stata davvero un’esperienza magnifica! Ho trascorso una splendida state nella meravigliosa Trieste, dove ho recitato il ruolo di Der Tod in Open Air. Indimenticabile!

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Nel 2008 ha messo in scena “Novecento – La leggenda del pianista sull’oceano”
in cui ha recitato tutti i ruoli. Ha incontrato difficoltà nel recitare completamente
solo?
Portare sul palcoscenico un monologo teatrale con musiche composte da me essendone anche attore e regista è stato un po’ un azzardo, prima di tutto per il fatto che fino a questo momento ero conosciuto solamente come musical performer. Ma mi ero innamorato così tanto di questo monologo al punto da volerlo assolutamente portare in scena. Novecento è stata una delle esperienze più belle e arricchenti della mia carriera artistica.

Lei faceva anche parte del cast di “Artus” in cui ha recitato nella prima rappresentazione. Come si è preparato per quest’avventura teatrale? Quanto è stato importante per Lei interpretare quel ruolo in una prima mondiale?
I ruoli di Merlino in Artus-Excalibur e del Conte in Il Conte di Monte Cristo sono musicalmente stati creati appositamente per me dal compositore Frank Wildhorn: è davvero un grande onore, gli sono molto grato! In alcune prime rappresentazioni ovviamente si è molto emozionati e tesi, però la musica di Frank Wildhorn è fonte di grandi ispirazioni e ci si può lasciar andare passando da un brano all’altro con molta tranquillità.

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Lei è attualmente in scena con “Borchert Beflügelt” e con “Luther – Rebell Gottes”. Cosa ci può raccontare di questi due spettacoli? Interpretare Martin Lutero in una prima esecuzione di un musical è un’occasione irripetibile ed è stato molto emozionante e interessante raccontare la vita di uno dei personaggi storici più importanti del mondo. Borchert Beflügelt è il mio nuovo spettacolo da solista, nel quale suono al pianoforte brani composti da me, ognuno dei quali è collegato a un episodio della mia vita. Nel corso dello spettacolo presento anche il mio nuovo CD Midlife che è appena stato pubblicato e che può essere ordinato tramite email all’indirizzo midlife@ soul-made-music.com. Potete trovare tutte le date dei concerti al sito http://www.borchertsupport.com

martedì 4 luglio 2017

Aspettando Tanz der Vampire e I am from Austria


Il musical d’oltralpe
anticipazioni sui titoli autunnali

Vienna saluta una stagione d'oro, nella
settimana appena passata si sono concluse
le produzioni di Schikaneder e di

Don Camillo & Peppone che noi di
Amici del Musical abbiamo seguito approfonditamente.
La deniere di Schikaneder
si è tenuta il 21 giugno scorso al
Raimund Theater che, dopo quasi dieci
mesi di ininterrotta programmazione,
vede calare il sipario. Lo spettacolo in
questi mesi non ha avuto cali di spettatori
e all’ultima rappresentazione la canzone Mein Lied ha ottenuto più applausi
della premiere dello scorso settembre. Nell’altro teatro cittadino
l’italianissimo Don Camillo & Peppone vede un buon numero di spettatori
presenti, ma l’allestimento godeva di una migliore messa in scena nella premiere
mondiale avvenuta a San Gallo in Svizzera, che assieme ai Teatri Riuniti
Viennesi ha coprodotto lo spettacolo.

La nuova stagione debutterà il 16 settembre al Raimund Theater con I am
from Austria
, una nuova produzione originale dei VBW sulle musiche del
cantautore austriaco Rainhard Fendrich. Lo spettacolo vedrà la regia di
Andreas Gergen che, oltre ad essere un regista di tutto rispetto, è un
ottimo Sovraintendente teatrale gestendo il teatro di Salisburgo. Il libretto
dello spettacolo è scritto a quattro mani da Christian Struppeck e Titus
Hoffmann. Il cast vedrà nuove voci e liete riproposte: Lukas Permann nel
ruolo di Josi Edler e la bella Irena Flury nel ruolo di Emma Caster.

Al Ronacher Theater, in occasione del ventennale dal debutto, torna Tanz
der Vampire,
il celeberrimo musical di Roman Polanski con le musiche di
Jim Steimann. L’allestimento, che si rifarà per molti aspetti alla versione originale
del 1997, vedrà nei panni del Conte Von Krolock tre amatissimi interpreti:
Mark Seibert, Drew Sarich e Thomas Borchert, che si
alterneranno nel ruolo. Sarah sarà appannaggio di Diana Schnierer che,
appena uscita dal conservatorio di Vienna, affronterà una parte che saprà
sicuramente darci soddisfazioni. In questa produzione ci sarà anche un pizzico
di Italia con la presenza di Nicholas Tenerani e Filippo Strocchi .Ottime produzioni anche a
Salisburgo dove vedremo Uwe Kroeger interpretare il Dottor Dolittle e
una riproposizione oramai classica di The sound of Music. A Linz interessante
omaggio a Leonard Bernstein, che nel centenario della nascita propone
un nuovo allestimento di On The Town.

mercoledì 12 aprile 2017

"A 15 anni ero già Joe Gillis nella mia cameretta..." Quattro chiacchiere con Michael Xavier, protagonista in Sunset Boulevard a Broadway


Michael Xavier è l'acclamato protagonista maschile, nei panni di Joe Gillis, della produzione di Sunset Boulevard attualmente in scena a Broadway, al Palace Theatre, fino alla fine di giugno, al fianco di Glenn Close.
Con alle spalle ruoli importanti nei più grandi musical del West End, da Miss Saigon a The Phantom of the Opera, passando per Mamma Mia!, My Fair Lady e tanti altri, con due nomination agli Olivier Awards per il suo ruolo da protagonista in Love Story e da non protagonista in Into the Woods, Michael Xavier ha accettato di rispondere alle nostre domande.

When and how did you decide to become a performer?Quando e perché hai deciso di diventare un performer?When I was 15 I did a production of Grease at school and I said to myself "this is what I want to do for the rest of my life!"
Avevo 15 anni, partecipai ad una produzione di Grease nella mia scuola, e dissi a me stesso: "Questo è quello che voglio fare per il resto della mia vita!"


What does it means to be a performer?
Cosa significa essere un performer?

It's a great honour to play a character in as story that helps an audience to think differently about the World or their lives and who we are as human beings. It's great for humanity to experience the arts and to be an artist is such a pleasure.
E' un grande onore recitare un personaggio in una storia che aiuta il pubblico a pensare il Mondo o le loro vite in modo diverso, a chi siamo come esseri umani. Per l'umanità è una grande cosa far esperienza dell'arte, ed essere un artista è un grande piacere.


What role did you like to play?
Che ruolo ti è piaciuto fare?

I've enjoyed every role I've played. I enjoy being diverse and I love comedy. Probably my favourite roles were The Wolf and Cinderella's Prince in Into The Woods as I got to be both dark and humorous in the same show!
Mi sono divertito in ogni ruolo in cui ho recitato, l'essere diverso... Adoro la commedia. Probabilmente i miei ruoli preferiti sono stati il Lupo e il Principe di Cenerentola in Into the Woods, dove nello stesso show recitavo una parte dark ed una umoristica!

What was the most difficult and the most funny moment in your career?
Quali sono stati i momenti più difficili e più divertenti nella tua carriera?

Cooking a meal whilst singing The Pasta Song from Love Story! That was very difficult! The funniest moment? There've been so many. Most recently singing Sunset Boulevard, sitting down at the very end of the song and putting my very cool sunglasses on. The glass eyepiece then fell out in one of the eyes! Not very cool at all!
Cucinare un pasto mentre cantavo The Pasta Song in Love Story! E' stato davvero difficile! Il momento più divertente? Oh, ce ne sono stati molti. Il più recente, quando canto Sunset Boulevard seduto, verso la fine del brano, e indosso i miei occhiali da sole da fighetto. Una delle stanghette si è infilata nell'occhio! Non molto piacevole!

You have played in musicals written by Webber, Sondheim, Schönberg... differences and difficulties about each one? 
Hai recitato in musical di Webber, Sondheim, Schönberg... differenze e difficoltà di ognuno?
They are all different and all have their difficulties but Sondheim is the hardest as he creates a vocal pattern and then often changes it the next time you sing it. So one note maybe flattened slightly or a rhythm slightly different. So challenging!
Sono tutti diversi e tutti hanno le loro peculiarità, ma Sondheim è il più difficile su come sa creare impasti vocali e quanto spesso cambia la volta successiva che lo canti... una nota un po' più appiattita, o un ritmo leggermente differente... Ogni volta una scoperta!

You first played Artie Green, now you are playing Joe Gillis in Sunset Boulevard... What does it mean this musical for you and your career?
Tempo fai hai sostenuto il ruolo di Artie Green, ora stai facendo Joe Gillis in Sunset Boulevard... Cosa significa questo musical per te e la tua carriera?

I used to sing this show in my bedroom at home as a teenager (15 years old) imagining I was standing on the stage. It means so much to me that my visualisation came true from focus and years of hard work. I'm very proud of my achievements.
Ero abituato a cantare questo show nella mia cameretta da teenager, a 15 anni, immaginandomi in un palcoscenico. Significa così tanto per me, la mia immaginazione si è realizzata dopo anni di duro lavoro. Sono molto orgoglioso dei miei successi!
What does it mean to play next to Glenn Close?
Cosa significa per te recitare accanto a Glenn Close?

She's one of the BEST actors in the WORLD and I get to play with her every night. No two performances are the same and I LOVE that! She's always evolving and trying different things. That is exciting!
Lei è una delle migliori attrici al mondo, e io recito con lei ogni sera. Ogni recita è diversa dall'altra, e io amo tutto ciò! Prova sempre cose nuove ed è sempre in evoluzione. E' davvero eccitante!

Can you tell us something about your school in London?
Puoi raccontarci qualcosa della tua scuola a Londra?

Yes, I'd LOVE to! My school is called Musical Theatre Masterclass and is run every Sunday for 3 hours. Students audition to be part of the elite group and they train for 3 hours in Acting, Voice and Dance. MTM is a great place for any promising and aspiring performers to come and learn from the bes in the business as we have a wonderful team of resident teachers but we also have great guest teachers come in to take classes like Ramin Karimloo (Anastasia), Kerry Ellis (Wicked), Matt Henry (Kinky Boots), Louise Dearman (Wicked). It's a wonderful environment of positivity and hard work and working with the students is so inspiring! For more info go to www.mtmasterclass.com
Ma certo, con piacere! La scuola è la Musical Theatre Masterclass, si tiene ogni domenica per 3 ore. Gli studenti, per essere parte del gruppo migliore, si allenano per tre ore in recitazione, canto e danza. MTM è una grande palestra per tutti quelli che aspirano a diventare performers, imparando dal meglio che offre il mercato: abbiamo un team meraviglioso di insegnanti fissi e un gran numero di star che vengono a far lezione, come Ramin Karimloo (ora in Anastasia a Broadway), Kerry Ellis (Wicked), Matt Henry (Kinky Boots), Louise Dearman (Wicked). E' un ambiente pieno di positività e lavoro duro, e crescere con gli studenti è una continua fonte di ispirazione! Per maggiori informazioni visitate www.mtmasterclass.com

mercoledì 22 marzo 2017

La webzine è tornata!

Dopo una pausa forzata, è nuovamente online la rivista digitale di Amici del Musical, con tante recensioni e interviste dall'Italia e dal mondo!
In scaletta i ritorni di Grease, La Febbre del Sabato Sera, Sister Act... e poi Evita, dall'estero School of Rock e Schikaneder, interviste a Suor Cristina, Drew Sarich, Milica Jovanovic e Rafaelle Cohen... e dal cinema le impressioni su La Bella e la Bestia e La La Land!
E stiamo lavorando già al numero di giugno... se tutto va in porto, sarà un numero con interviste ECCEZIONALI!
Intanto sfogliatevi questo numero...

lunedì 13 marzo 2017

Grease, 20 anni portati ancora da teen-ager

Il cast dell'edizione speciale 2017
L’edizione speciale per i 20 anni di Grease in versione italiana sarà certamente ricordata come la più luminosa. Valerio Tiberi e Francesco Vignati hanno svolto un lavoro eccellente, studiando un disegno luci prevalentemente concentrato sullo spazio scenico e su chi lo occupa, in grado di “arrivare” al pubblico anche in maniera abbagliante, ma mai fastidiosa. Le scenografie di Gabriele Moreschi – quest’anno ripensate in un’interessante equilibrio tra ambienti esterni e interni, con una certa prevalenza di una dimensione più “intima” - subiscono un ulteriore tocco di freschezza, dovuto alla presenza della band di otto elementi, che suona dal vivo sospesa a mezz’aria, con la supervisione musicale di Marco Iacomelli e le orchestrazioni curate da Riccardo Di Paola.
Completano il team creativo Carla Accoramboni per i costumi, le frizzanti coreografie affidate a Gillian Bruce e le nuove liriche (2015) firmate da Franco Travaglio, che per l’occasione, ha tradotto in italiano un brano – All I Need is an Angel (Ho bisogno di un angelo) - scritto per Grease Live, la versione televisiva del musical trasmessa dalla Fox nel 2016.

Saverio Marconi firma ancora una volta un allestimento di qualità – con la regia associata di Mauro Simone – accogliendo, senza farne mistero, alcune suggestioni provenienti dal recente show televisivo (due esempi su tutti, i marines che scendono dalla scaletta di un aereo nel brano Freddy My Love e la versione “concerto rock” di Magiche note).

Lucia Blanco e Guglielmo Scilla
A non essere “sfiorata” dal cambiamento, in questi due anni, sembra la percezione dello spettacolo in rapporto agli interpreti: di ognuno di loro risultano evidenti pregi e difetti. E così la principale novità di questa edizione, Guglielmo Scilla, conosciuto sulla rete anche come Willwoosh, interpreta un Danny Zuko, lontano dall’icona John Travolta, più “leggero” e dal cuore decisamente troppo tenero: un vantaggio per un attore, che si trasformerebbe in “valore aggiunto”, se mostrasse lo stesso piglio risoluto nel canto e maggiore iniziativa nella danza.
Lucia Blanco sorprende per come riesce a restituire al pubblico le varie sfumature del personaggio di Sandy, ruolo molto complesso, che necessita di essere costantemente “coltivato”.
Si fanno notare, quali performer più “completi” di questo cast, Riccardo Sinisi (un Kenickie ancora più convincente del Ren McCormack di Foootloose, ndr.) Gioacchino Inzirillo (capace di prendersi il proprio momento di “gloria” nei panni di Doody, anche se la nuova "cornice" di Magiche note suscita lieve perplessità, non fosse altro per il carattere originariamente romantico del brano, ndr.) e Giorgio Camandona (passato con disinvoltura dall’eterno ragazzino Peter Pan al ruolo altrettanto sbarazzino di Roger, ndr.).

Eleonora Lombardo e Riccardo Sinisi
A Eleonora Lombardo spetta il non facile compito di dare nuova linfa al personaggio di Rizzo (per numerose stagioni interpretato con crescente successo da Floriana Monici, ndr.). La sua è una Rizzo decisa e sfacciata, quasi graffiante, ma sembra rivolgersi alle generazioni di giovani 2.0 utilizzando una modalità interpretativa apparentemente lontana dal contesto anni Cinquanta – in cui è ambientato il musical e ben più vicina alle adolescenti di qualche decennio dopo. E questa osservazione può valere per la maggior parte dei personaggi.
Nick Casciaro, impegnato nel doppio ruolo di Vince Fontaine/Teen Angel sfodera un timbro vocale interessante, avvolgente e vellutato, ma soprattutto recitando nel ruolo del dj radiofonico, cerca un’interazione con il pubblico che, spesso, risulta forzata: insomma, vuole fare il “simpatico” e lo sarebbe anche se si dimostrasse meno “personaggio” e più interprete.
Infine, Giulia Fabbri, come attrice, risulta la più efficace del cast. Quella particolare voce che abbiamo imparato ad apprezzare in altre produzioni come Newsies e Footloose si rivela particolarmente adatta al personaggio di Frenchy e il brano Ho bisogno di un angelo può riservare ulteriori modalità interpretative ancora da esplorare

In conclusione, deve essere proprio vero che ormai “Grease vive in noi”, al punto che rinnovarlo a favore di nuove generazioni di pubblico può significare non perdere di vista l’appeal originario di intramontabile evergreen.

venerdì 24 febbraio 2017

Suor Cristina da The Voice al Musical

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A cura di Cecilia Zoratti e Matteo Firmi

Il mondo l’ha conosciuta grazie alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva “The Voice of Italy” nel 2014. L’abbiamo incontrata sui palchi di tutta Italia in “Sister Act” e a Melide, in Svizzera, nella produzione italo-tedesca “Titanic”. Ma Suor Cristina in realtà chi è? A Melide abbiamo avuto modo di conoscerla meglio.


Cosa è il musical per Lei?
Innanzitutto per me il musical è una forma completa di arte perché comprende canto, danza, recitazione: io penso che ogni forma di arte sia un mezzo per comunicare qualcosa di molto forte. Il musical è sempre stato una mia passione, ho fatto degli studi anche prima della chiamata del Signore perché il mio sogno era di diventare unaperformer. Le tre discipline inoltre permettono a ogni singolo artista di esprimersi al meglio.

Ultimamente l’abbiamo vista sul palcoscenico in“Sister Act” e ora in“Titanic”. Come si è trovata in queste esperienze?
Entrambe bellissime e diverse nella storia e anche nel mood perché questo (Titanic, ndr) è un po’ più serio mentre l’altro è un po’ più sprint e carica di più. Devo dire che per come sono io mi trovo meglio in “Sister Act”(ride, ndr), trovo le due esperienze straordinarie anche perché in entrambe posso avere la possibilità di continuare a lanciare il messaggio che ho mandato sin da "The Voice", cioè che ho incontrato il Signore. E chi incontra il Signore mica è triste, ha voglia di ballare e cantare e fare tutte le cose belle. E quindi anche noi che incontriamo questo tesoro prezioso siamo chiamati a farlo.

Una suora moderna come trasmette il messaggio del Signore?
La Chiesa è chiamata ad aprirsi, a evangelizzare e ad ascoltare i bisogni degli altri, dei giovani e delle varie difficoltà che incontra la società. Non può essere un’istituzione lontana: la Chiesa deve accompagnare i figlicome una madre, porsi allo stesso livello e parlare la stessa lingua. La modernità sta nel fatto che la mia chiamata è nata cantando, ballando e recitando. Non avrei mai pensato di incontrare il Signore cantando, ed è così che io continuo ad annunciarlo.
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E’ difficile essere una suora a teatro?
Devo dire che al di là di tutto quello che si pensa io incontro delle persone, delle anime. In “Titanic” c’è gente da Austria e Germania, quindi sono a contatto anche con differenze culturali. Per me tutto questo è una grande ricchezza, dal punto di vista spirituale proprio il fatto di incontrare persone diverse ci porta anche a farci delle domande. O magari incontro persone di altre religioni che mi fanno delle domande. Quindi essere suora dietro le quinte vuol dire continuare a evangelizzare e continuare a essere quello che io sono.

Chi è Suor Cristina?
m_ab9pSuor Cristina è una ragazza di 28 anni molto semplice che ama la vita, ama quello che fa, che vive in comunità con altre consorelle quindi ha fatto una scelta di vita particolare e che ha la gioia nel cuore e non riesce a tenerla per sé ma ha bisogno di comunicarla. È una persona che ha molta energia che ha bisogno di essere sempre buttata fuori e lo fa grazie a tutte queste sue passioni.