Mamma Mia, che sogno! (in musica)
La nuova versione italiana,
firmata Massimo Romeo Piparo, del musical Mamma Mia!, contenente le
intramontabili hit degli ABBA, risulta effettivamente tra gli eventi teatrali
più attesi di questa stagione. Ma una premessa è d’obbligo: questo allestimento
conquista soprattutto chi è già stato conquistato dallo spettacolo originale in
scena a Londra, oppure dalla versione tour internazionale, in scena più volte
in Italia nel recente passato.
Se si entra in questo “mood”,
allora è più facile apprezzare l’intera operazione, con i suoi pregi
e difetti.
Tra i punti di forza dello
spettacolo, un allestimento scenografico di ampio respiro rispetto al format
originale: un pontile sospeso sul mare, con tanto di battigia rende più
autentiche le atmosfere di una tipica isoletta greca sul Mediterraneo, senza
affidarsi troppo alle immancabili proiezioni video (ormai una cifra stilistica
degli allestimenti di Piparo). Il valore aggiunto all’intero impianto
scenografico, inoltre, è dato dalla presenza di una doppia pedana girevole
(memoria ed eredità della cosiddetta “età dell’oro” del Sistina, quella delle
produzioni firmate G&G, per intenderci), che, di volta in volta, svela gli ambienti in cui si muovono i
protagonisti e soprattutto gli interni della locanda “Sere d’estate”, che
mantiene le caratteristiche sfumature di colore bianco e blu, e ospita sul
proprio tetto l’orchestra dal vivo.
L’emozione è subito forte dalle
prime note dell’Ouverture, mentre si rimane un po’ scettici quando la giovane
Sofia canta le parole Il sogno mio / in musica, adattate dall’originale I Have a
Dream.
Eppure, l’adattamento italiano,
pur tradendo in molti passaggi le convenzioni suggerite dalla metrica e, di
conseguenza, perdendosi parecchie rime lungo il percorso, mantiene una adeguata
musicalità e ha il pregio di convertire le parole in sensazioni ed emozioni che
lasciano il segno (ad esempio il deja-vu
sul testo di Mamma Mia!, oppure la personificazione al femminile di un pronome,
che evoca il concetto di resa/sconfitta nella celebre The Winner Takes It All).
©Antonio Agostini |
Le coreografie di Roberto Croce
sembrano prediligere un assetto “corale”, anche se, a tratti, l’ensemble appare
“devitalizzato”, quasi disorientato sul palcoscenico. Non è il caso di Lay All
Your Love on Me, dove l’intero ensemble maschile è schierato in tenuta
subacquea sul pontile, con tanto di pinne: una scelta molto apprezzata,
soprattutto dal pubblico femminile…
I tre possibili padri di Sofia,
invitati da lei stessa al suo matrimonio, sono tre volti noti del teatro e
della fiction, per i quali si è scelto di mantenere una specifica provenienza
geografica, così da renderne peculiare la modalità interpretativa.
Sam Carmichael è interpretato da
Paolo Conticini: una recitazione disinvolta è la sua carta vincente, sostenuta
da un’ottima presenza scenica, messa a frutto soprattutto nel brano The Winner
Takes It All, dove risulta magnetico e credibile anche senza cantare. Le sue performance canore in altri brani, come ad esempio Knowing
Me, Knowing You e S.O.S, testimoniano un percorso di tecnica vocale in graduale
evoluzione.
Il viaggiatore solitario Romolo
Desideri (“romano de Ostia, con una zia greca”), senza legami con la sola
compagnia del suo spirito d’avventura è Luca Ward: un "gladiatore della scena",
che in questo spettacolo canta poco, rispetto a precedenti esperienze
professionali nel musical. Ma a un attore della sua caratura si può perdonare
molto, specialmente quando un gesto o un semplice sguardo bastano per “costruire”
un personaggio e mantenerlo coerente. Un aspetto particolarmente evidenziato
nell’interpretazione di Take a Chance on
Me, ricca di una sorprendente gamma di intenzioni interpretative.
Sergio Muñiz prosegue con impegno
un percorso teatrale che lo vede sempre più spesso calarsi nei panni (più o
meno ingombranti) di personaggi latini, interpretati assecondando un gusto
tutto italiano: Enrique Luz è un agente di borsa di origini spagnole, il
classico tipo “giacca e cravatta”, soprannominato in gioventù “Metallo Puro”.
Ma l’impegno e una presenza scenica indiscutibilmente aderente al
personaggio a volte non bastano, per rendere
al meglio un ruolo che deve essere credibile e saper emozionare soprattutto con
il canto: brani come Thank You For the Music e Our Last Summer con la giusta
combinazione di mood e tecnica.
Luca Ward, Sergio Muñiz, Paolo Conticini (©Antonio Agostini) |
Sky, il “promesso sposo” di
questo matrimonio “a navata larga” è interpretato da Jacopo Sarno, il quale
parallelamente alla crescita come attore, dimostra nuovamente di sentirsi a
proprio agio nel ruolo del “ragazzo da sposare”, sbarazzino, ma consapevole.
Un’ulteriore riflessione
sull’adattamento italiano scaturisce dallo spaccato di universo femminile
offerto dal copione originale. Il ruolo di Donna è affidato all’infaticabile
Sabrina Marciano, che, pur mantenendo lo scettro di Dancing Queen, restituisce
al pubblico un personaggio toccante e sfaccettato, ironico, ma con una forte
componente di nostalgica rassegnazione, particolarmente evidente
nell’interpretazione di brani come Money Money Money e Slipping Through My
Fingers. A farle da contrappunto, la disincantata determinazione di Eleonora
Facchini (Sofia), la pungente autoironia di Elisabetta Tulli (Rosy) e
l’esplosivo sex appeal sfoggiato da Laura Di Mauro (Tania), iconica
protagonista di un duetto in puro “milf-style”, a base di Paprika (Alessandro
Lanzillotti, che si fa notare per la sua ammiccante simpatia).
Laura Di Mauro, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli (©Gianluca Saragò) |
Dopo le repliche romane, al Teatro Sistina fino al 7 gennaio prossimo, il tour coinvolgerà sulle note degli ABBA tutta la penisola (Svizzera
italiana compresa) fino a febbraio 2018. E già si annuncia il ritorno dello
spettacolo la prossima stagione, in molte delle piazze che già in questi mesi
hanno fatto registrare un record di presenze a teatro.
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