Aggiungi una strofa all'Amore
Il Teatro Brancaccio di Roma celebra i suoi 80 anni
(1937-2017) riportando sulle scene in tutto il suo splendore una delle più
amate commedie musicali italiane: Aggiungi un posto a tavola, di Pietro Garinei
e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri e con le intramontabili musiche
di Armando Trovajoli, del quale quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.
Gianluca Guidi torna per la seconda volta – dopo l’edizione
2009/2010 – a indossare la tonaca di Don Silvestro, il “pretino” di montagna
con la faccia simpatica che riceve una telefonata da Dio, il quale gli affida
il gravoso compito di organizzare un secondo Diluvio universale, così da
ripopolare la terra nel tentativo di rinnovare l’umanità.
Interpretare nuovamente questo ruolo è una sfida, ma lo è
altrettanto occuparsi, questa volta, anche dell’allestimento, senza tradire per
nulla la regia originale di G&G; anzi, nel complesso, risulta appropriato
affermare che Guidi, sia come interprete che come regista, abbia saputo
infondere una rigenerante e apprezzata linfa a uno spettacolo che, comunque, è
e resterà un evergreen.
L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla collaborazione di
un eccellente team creativo, che comprende il coreografo Gino Landi – che ha
ripreso le proprie coreografie originali del 1974, assistito da Cristina Arrò,
già ballerina in una precedente edizione dello spettacolo; il direttore
musicale Maurizio Abeni, già assistente del Maestro Trovajoli, che dirige
l'orchestra dal vivo, per la prima volta dopo l’edizione del 1977; dallo
scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato la celebre e ingegnosa
scenografia originale di Giulio Coltellacci, con il doppio girevole e la grande
arca: una maestosa “macchina teatrale”, che più la osservi, più sembra “vivere
di vita propria”.
La Compagnia con il produttore Alessandro Longobardi |
A pronunciare da “Lassù”, quel “C’era una voltà…”, che dà
inizio a questa favola musicale, adesso c’è, in carne e ossa (e voce) Enzo
Garinei, “promosso” al ruolo di Domineddio, dopo oltre 500 repliche nei panni
di Crispino.
Emy Bergamo è nuovamente prima attrice in uno spettacolo
targato G&G (dopo Rugantino e Se il tempo fosse un gambero): la sua
Consolazione è decisamente orientata all’epoca moderna e con un abile
atteggiamento da “pantera” è sottilmente in grado di attirare su di sé
l’attenzione del pubblico; ma, se è vero che tutte le interpreti di questo
ruolo (da Bice Valori a Marisa Laurito, passando per Alida Chelli e Chiara
Noschese) hanno saputo in qualche modo “fare proprio” il personaggio, in questo
caso la showgirl può ancora personalizzarlo, anche attraverso una comicità più
elegante, ma comunque incisiva.
Dopo aver interpretato Toto nell’edizione 2009/2010, adesso
Marco Simeoli raccoglie il testimone da Enzo Garinei calandosi nei panni del
sindaco Crispino: una “responsabilità” che l’attore accetta di buon grado, con
la necessaria voglia di mettersi in gioco, offrendo al pubblico
un’interpretazione caratterizzata dall’ effetto comico “ragionato” e mai sopra
le righe. A mettersi alla prova nei panniv di Toto, ora tocca a Piero Di Blasio, con un’interpretazione gagliarda, nella quale pur “mantenendo il
candore di un bambino”, dimostra non solo la propria duttilità come performer,
ma anche una inusuale agilità fisica.
Molto apprezzata dal pubblico l’interpretazione di Beatrice
Arnera: la “nuova” Clementina non è più (solamente) una ragazzina innamorata
del suo parroco, ma è una giovane che, interfacciandosi con Don Silvestro, dà
libero sfogo a una sorta di “nevrosi 2.0” , espressa soprattutto attraverso la recitazione, supportata da una vocalità caratterizzata da freschezza e grinta. Anche se non sempre convincente, è un'ottima
esecutrice delle indicazioni di regia, dunque ci si aspetta che sarà in grado di affinare
autonomamente la padronanza delle proprie potenzialità di performer.
Infine, Francesca
Nunzi è un’ Ortensia meno tradizionalista e “fervente”, rispetto alle edizioni
passate, ma la sua interpretazione
risulta la più completa e tecnicamente strutturata: i suoi assoli ne risaltano
la competenza vocale e la sua esperienza di attrice viene messa in risalto
dalla disinvolta applicazione di appropriati tempi comici.
Oltre alla distribuzione dei ruoli, questa edizione risulta
alcune inaspettate e piacevoli sorprese, tra cui nuovi arrangiamenti per alcune
canzoni (una su tutte, L’amore secondo me, che mantiene la tradizionale
struttura a quattro voci con
un’esecuzione orchestrale decisamente più “fresca” e dinamica) e il ruolo del Cardinale Consalvo (Matteo
Guma), che per la prima volta viene interpretato in un misto di espressioni
italiane e latine (ma senza ricorrere all’uso di un distorsore vocale).
Infine, c’è un momento di questa edizione dello spettacolo
in cui il tradizionale aspetto favolistico viene messo da parte, generando
riflessioni (ancora) più approfondite. Si tratta proprio della scena del
diluvio, durante la quale don Silvestro,
opponendosi alla volontà di Dio, gli si rivolge cantando queste parole: “Sei
sicuro di quello che fai? Fosti tu a insegnarci il perdono”. Quella che, nelle
edizioni passate, è sempre stata una “reprise”, oggi, con una strofa in più, racchiude
il senso profondo dello spettacolo, ancor più della stessa Aggiungi un posto a
tavola e dell’immancabile e sempre emozionante finale, con la Voce di Lassù che annuncia il
suo arrivo sotto le sembianze di una colomba bianca che da 43 anni continua a
occupare l’unico posto vuoto della lunga tavola al centro della scena.
Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Brancaccio fino al 26
novembre e poi in tour (Catania, Mantova, Napoli, Genova, Pavia, Torino,
Bologna).
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