L'armonia della musica a Capodanno
Non poteva esserci modo migliore
di cominciare bene l’anno, se non assistendo a teatro a un “classico” delle
feste: Tutti insieme appassionatamente, in scena con due recite speciali (San
Silvestro e Capodanno) nella prestigiosa cornice del Teatro Coccia di Novara,
location ideale soprattutto per la scena del festival dei cori di Salisburgo.
L’originale The Sound of Music è
una storia senza tempo, capace di suscitare intense emozioni, ispirata alla vicenda
autobiografica di Maria Augusta Trapp; prima di diventare negli anni Sessanta
il celebre film con protagonisti Julie Andrews e Christopher Plummer, è stato
uno spettacolo teatrale tra i più longevi della storia del teatro musicale, con
edizioni importanti in tutto il mondo, Italia compresa.
L’allestimento, prodotto dalla
Compagnia dell’Alba in collaborazione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, utilizza
l’adattamento e la traduzione italiana firmati da Massimo Romeo Piparo
(l’orecchiabile Do-re-mi, però, resta identica alla versione del film, ndr.).
Per questa edizione, lo
scenografo Gabriele Moreschi ha sviluppato una copertura uniforme e mutevole,
realizzata con drappeggi che vengono scoperti, rivelando, di volta in volta, le
montagne austriache, i vari ambienti di casa Von Trapp e gli elementi scenici:
una soluzione originale, ma non sempre efficace sotto il profilo dell’impatto
visivo; ad esempio, la comparsa dell’enorme svastica in scena – segno
dell’ormai avvenuta annessione dell’Austria alla Germania nazista – passa
decisamente in secondo piano proprio per
la presenza, talvolta ingombrante, di tali drappeggi.
Il regista e coreografo Fabrizio
Angelini, in questa produzione, riprende un’altra delle sue passioni: la
recitazione. Sul palcoscenico, infatti, interpreta il ruolo di Max Detweiler,
simpatico e spensierato scroccone.
La sua è una regia scorrevole, rafforzata fin dai primi dall’impeccabile lavoro compiuto sulle armonie musicali della partitura firmata da Richard Rodgers: ascoltare il coro delle suore del convento e il coro dei ragazzi Von Trapp è un’autentica gioia per i timpani. Merito del lavoro svolto dai due protagonisti Carolina Ciampoli e Gabriele de Guglielmo (Maria Rainer e Georg Von Trapp), sia come performer, ma soprattutto come vocal coach dei ragazzi (la prima) e direttore musicale (il secondo). Tra le sorelle del convento, spicca, inoltre, la voce di Monja Marrone (Madre Badessa); particolarmente apprezzata l’interpretazione di Sixteen Going on Seventeen da parte dei giovani interpreti di Liesl e Rolf (nonostante la scelta azzardata di ritradurre un brano rimasto nella memoria collettiva dal cinematografico “Quindici anni, quasi sedici”, in un didascalico e meno romantico “Maggiorenne fra due anni”, ndr.).
La sua è una regia scorrevole, rafforzata fin dai primi dall’impeccabile lavoro compiuto sulle armonie musicali della partitura firmata da Richard Rodgers: ascoltare il coro delle suore del convento e il coro dei ragazzi Von Trapp è un’autentica gioia per i timpani. Merito del lavoro svolto dai due protagonisti Carolina Ciampoli e Gabriele de Guglielmo (Maria Rainer e Georg Von Trapp), sia come performer, ma soprattutto come vocal coach dei ragazzi (la prima) e direttore musicale (il secondo). Tra le sorelle del convento, spicca, inoltre, la voce di Monja Marrone (Madre Badessa); particolarmente apprezzata l’interpretazione di Sixteen Going on Seventeen da parte dei giovani interpreti di Liesl e Rolf (nonostante la scelta azzardata di ritradurre un brano rimasto nella memoria collettiva dal cinematografico “Quindici anni, quasi sedici”, in un didascalico e meno romantico “Maggiorenne fra due anni”, ndr.).
Lo spettacolo è in tour nei
teatri italiani fino a marzo.
Bravissimi!!!
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