La famiglia Addams in un gradevole allestimento “d’altri tempi” Ispirandosi alla nota serie televisiva degli anni Sessanta, la Compagnia della Corona riporta a teatro “La famiglia Addams”, le cui vicende paradossali e ricche di humour nero hanno origine dal fumetto creato da Charles Addams negli anni Trenta. Ad accogliere il pubblico in sala, ci pensa il simpaticissimo Cugino Itt (personaggio non presente nella versione originale del musical, scritto da Marshall Brickman e Rick Elice, con musiche di Andrew Lippa). L’allestimento diretto da Salvatore Sito colpisce soprattutto per l’impostazione scenica, che utilizza magistralmente videoproiezioni dall’efficace impatto visivo (a cominciare dalla mitica Mano, che introduce il pubblico nella adeguata atmosfera da serie tv). Le scenografie di Davide Amadei, recentemente scomparso, mantengono l’imprescindibile carattere dark dell’allestimento, rendendo di fatto lo spettacolo una “commedia musicale d’altri tempi”: si nota l’abbondanza di e
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IL REQUIEM DI LLOYD WEBBER CONQUISTA VERONA Può una Messa da Requiem contenere un singolo pop in vetta alle classifiche? Si può uscirne canticchiando melodie come da un musical pop, e ricevere l’esecuzione urletti da stadio e l’entusiasmo di un debutto assoluto a quasi quarant’anni dalla prima esecuzione? Tutto normale quando la firma è quella di Andrew Lloyd Webber. Re Mida del musical, cordialmente odiato da critici e colleghi quanto adorato dalle folle, EGOT (ossia vincitore di un Emmy, di 3 Grammy tra cui uno proprio per questo Requiem come Miglior composizione classica contemporanea, di un Oscar e di ben 7 Tony) personaggio televisivo ‘household name’, e compositore dalla cultura sterminata (basta analizzare alcuni dei suoi tanti pastiche per scoprire che può passare da Mozart ai Beatles, da Puccini alla dodecafonia senza fare un plissé) plurimiliardario che si può permettere di chiudere il suo ultimo (in)successo Cinderella con ben due milioni di perdite. Valeva la pena di aspe
UNA FRESCA DODICESIMA NOTTE SUL PRATO INGLESE TRA BURLE E INTRIGHI
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La Dodicesima Notte, Matteo Alì, Giordana Faggiano © CLARISSA LAPOLLA “Tempo sciogli tu questo groviglio”. Sta tutto in questo auspicio il delizioso gioco teatrale de La dodicesima notte, nuova produzione de Il Prato Inglese dello Stabile di Torino che come consuetudine da ormai tre estati sparge verde freschezza nella platea del Teatro Carignano. Se il prato in sala non può che essere artificiale la freschezza sul palcoscenico è reale: la macchina di finzioni, fingimenti, travestimenti, amori veri e finti, burle, scherzi del caso, finte passioni ricambiate e reali attrazioni impossibili, trasmette una spensierata leggerezza trapunta di emozioni, sorprese e caratteri irresistibili. La base narrativa è quella, vecchia come il teatro, dei gemelli identici che spargono ad ogni passo malintesi e scambi di persona, con la variante un po’ maliziosa che qui non si tratta di due fratelli separati alla nascita, ma di sorella e fratello dispersi in un naufragio. Ognuno crede l’altro morto
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