Dancing with the Nuns!
La serata teatrale spensierata e perfetta esiste, e in Italia si chiama Sister Act: musical a cui Saverio Marconi ha saputo infondere ritmo, energia e talento, e che anche ieri sera, alla prima triestina al Politeama Rossetti, ha colto nel segno. Due ore e mezza di puro divertimento, buona musica, voci strepitose e tante gag che più volte hanno fatto venir giù il teatro dagli applausi.
Tratto dall’omonimo film che ha lanciato nel firmamento hollywoodiano Whoopi Goldberg, un esplosivo intreccio di musica, suore e gangster, questo Sister Act conta su una colonna sonora tutta nuova - non aspettatevi una, dico una, canzone dal film, come erroneamente pensavo io, che attendevo il fatidico momento con I Will Follow Him - composta dal prolifico Alan Menken: un esplosivo miscuglio di dance, soul, funky, ballads in puro stile Broadway, gospel.
A trascinare lo show, quel fenomeno della natura che si chiama Belia Martin: voce e talento comico da vendere, la sua Deloris Van Cartier - la cantante di night che si ritrova suo malgrado testimone di un omicidio ad opera del suo amante Curtis, un Felice Casciano in stato di grazia - rapisce col suo ottimismo, irruenza, physique du rol; e lo stuolo di suore che loro malgrado si ritrovano a dover condividere prove di coro e convento con la nuova arrivata, non sono certo da meno. Citarle tutte non si può, ma sicuramente spiccano Jacqueline Maria Ferry nell’esigente ruolo della Madre Superiora (e un caro saluto all’altra cotitolare Francesca Taverni ci sta tutto), Suor Cristina in quello della novizia Suor Maria Roberta, e una spumeggiante Manuela Tasciotti nella parte di Suor Maria Patrizia.
Marco Trespioli è il Sergente Eddie, sfigato e imbranato, ma con un cuore grande così: il suo assolo nel bar, con tanto di effetti da gran trasformista, strappa applausi a scena aperta.
Da segnalare, inoltre, il trio Silvano Torrieri / Vincenzo Leone / Renato Crudo: novelli Bee Gees, fanno da contraltare, tra mossette, camicione sgargianti e voci in falsetto, al gangster Casciano. Pino Strabioli, volto popolare per i suoi programmi televisivi, è qui un convincente Monsignor O’Hara.
Scenografia suggestiva e funzionale, costumi in perfetto stile Anni Settanta, disegno luci ottimale, ritmo indiavolato: seppur con uno soggetto minimale, ma geniale, questo Sister Act funziona alla grande. Onore al merito anche - o soprattutto - alle liriche e all'adattamento in italiano di Franco Travaglio: lo show sembra scritto direttamente nella nostra lingua! In sintesi: energia, talento e divertimento allo stato puro. E sarà impossibile restar fermi sulla poltrona!
Fino a domenica 26 febbraio 2017 al Politeama Rossetti di Trieste: sbrigatevi, perché ieri sera il teatro era pressocché pieno!
Tratto dall’omonimo film che ha lanciato nel firmamento hollywoodiano Whoopi Goldberg, un esplosivo intreccio di musica, suore e gangster, questo Sister Act conta su una colonna sonora tutta nuova - non aspettatevi una, dico una, canzone dal film, come erroneamente pensavo io, che attendevo il fatidico momento con I Will Follow Him - composta dal prolifico Alan Menken: un esplosivo miscuglio di dance, soul, funky, ballads in puro stile Broadway, gospel.
A trascinare lo show, quel fenomeno della natura che si chiama Belia Martin: voce e talento comico da vendere, la sua Deloris Van Cartier - la cantante di night che si ritrova suo malgrado testimone di un omicidio ad opera del suo amante Curtis, un Felice Casciano in stato di grazia - rapisce col suo ottimismo, irruenza, physique du rol; e lo stuolo di suore che loro malgrado si ritrovano a dover condividere prove di coro e convento con la nuova arrivata, non sono certo da meno. Citarle tutte non si può, ma sicuramente spiccano Jacqueline Maria Ferry nell’esigente ruolo della Madre Superiora (e un caro saluto all’altra cotitolare Francesca Taverni ci sta tutto), Suor Cristina in quello della novizia Suor Maria Roberta, e una spumeggiante Manuela Tasciotti nella parte di Suor Maria Patrizia.
Marco Trespioli è il Sergente Eddie, sfigato e imbranato, ma con un cuore grande così: il suo assolo nel bar, con tanto di effetti da gran trasformista, strappa applausi a scena aperta.
Da segnalare, inoltre, il trio Silvano Torrieri / Vincenzo Leone / Renato Crudo: novelli Bee Gees, fanno da contraltare, tra mossette, camicione sgargianti e voci in falsetto, al gangster Casciano. Pino Strabioli, volto popolare per i suoi programmi televisivi, è qui un convincente Monsignor O’Hara.
Scenografia suggestiva e funzionale, costumi in perfetto stile Anni Settanta, disegno luci ottimale, ritmo indiavolato: seppur con uno soggetto minimale, ma geniale, questo Sister Act funziona alla grande. Onore al merito anche - o soprattutto - alle liriche e all'adattamento in italiano di Franco Travaglio: lo show sembra scritto direttamente nella nostra lingua! In sintesi: energia, talento e divertimento allo stato puro. E sarà impossibile restar fermi sulla poltrona!
Fino a domenica 26 febbraio 2017 al Politeama Rossetti di Trieste: sbrigatevi, perché ieri sera il teatro era pressocché pieno!
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